Libriefavolediniki
I ROMANZI e le FAVOLE di Nicoletta
I ROMANZI e le FAVOLE di Nicoletta
Con la FANTASIA puoi essere Ovunque e Chiunque
Con la FANTASIA puoi essere Ovunque e Chiunque
Il mio ultimo libro al Salone internazionale di Torino
Il mio ultimo libro al Salone internazionale di Torino
Quest’anno il Salone del Libro di Torino ha deciso di riconoscere uno spazio dedicato al Self Pubblishing
Ne sono felice poiché uno dei maggiori problemi degli autori "fai da te" è il farsi pubblicità. Personalmente, pur avendo scelto un editore di self pubblishing, che mi ha permesso di essere visibile su tutte le piattaforme online del settore e ha garantito ai miei romanzi la prenotabilità nelle librerie, sento la mancanza del contatto con il lettore. Come può il lettore essere attratto da un tuo libro se non sa della sua esistenza? Normalmente un autore ricorre ai social per fare amicizie con chi ama leggere, ma non tutti, io compresa, sono strateghi del marketing e ben pochi hanno la capacità economica di incaricare esperti del commerciale. Ben venga quindi questa possibilità. Il visitatore del Salone del libro è sicuramente un appassionato che finalmente potrà toccare con mano quel tomo che, pur avendolo interessato da un' arida schermata di una libreria digitale, non si è fidato di acquistare.
Vi aspetto, il 22 e il 23 magio al Salone del libro di Torino
Il blog di Nicoletta Niccolai
Blog
Elizabeth George
Posted on September 18, 2013 at 4:45 PM |
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Elizabeth George è nata il
26 febbraio del 1949 a Warren, Ohio. Si è laureata alla
University of California a Riverside. Ha inoltre frequentato la California
State University di Fullerton, dove ha conseguito un master in Counseling /
Psicologia e un dottorato onorario in lettere umanistiche. Professionalmente, ha iniziato come insegnante: era
impiegata presso Mater Dei High School di Santa Ana ma è stata licenziata insieme ad altri dieci
insegnanti per attività sindacale. Si è trasferita alla High School di El Toro,
California (ora chiamato Lake Forest ), dove è rimasta per il resto della sua carriera di insegnante
di inglese che è terminata dopo tredici anni in occasione dell’uscita del suo
primo romanzo: A Great Deliverance (E
liberaci dal padre), Ha vinto il Premio Anthony, il Premio Agatha, e il francese
Le Grand Prix de Letteratura policière proprio per il suo primo romanzo. Le versioni televisive di quasi tutti i suoi libri sono
state trasmesse dalla BBC in una serie: Il mistero PBS. La maggior parte dei suoi romanzi sono stati girati per la
televisione per la BBC e sono stati trasmessi negli Stati Uniti il mistero di PBS. 1988 E liberaci dal padre (A Great
Deliverance) 1989 La miglior vendetta (Payment
in Blood 1990 Scuola omicidi (Well-Schooled
in Murder 1991 Il lungo ritorno (A Suitable
Vengeance) 1992 Per amore di Elena (For the
Sake of Elena 1993 Dicembre è un mese crudele (Missing
Joseph 1994 Un pugno di cenere (Playing
for the Ashes 1996 In presenza del nemico (In
the Presence of the Enemy) 1997 Il prezzo dell’inganno (Deception
on His Mind) 1999 Il morso del serpente (In Pursuit of the Proper Sinner) 2001 Cercando nel buio (A Traitor
to Memory) 2001 Un omicidio inutile
(I, Richard), 2003 Agguato sull’isola (A Place of Hiding) 2005 Nessun testimone (With No One as Witness) 2006 Prima di ucciderla (What Came Before He Shot Her) 2008 La donna che vestiva di rosso (Careless
in Red) 2010 Questo corpo mortale (This Body of Death) Quando il
corpo di una giovane donna, colpito da numerose coltellate, viene rinvenuto in
un isolato cimitero di Londra, Lynley e la sua squadra sono chiamati a
intervenire. Ma questo non è un caso come gli altri: li condurrà infatti dalle
cupe periferie londinesi allo Hampshire, una zona dell’Inghilterra sconosciuta
ai più, un luogo bello e al tempo stesso inquietante, dove gli animali vagano
liberi per le strade, i tetti sono ancora di paglia e gli estranei non sono i
benvenuti. Una zona che nasconde segreti tragici, crudeli, efferati. Cosa ha
portato la vittima dalla serenità apparente dello Hampshire alla caleidoscopica
confusione di Londra, e chi poteva volere la sua morte? Sono troppi, e spesso
misteriosi, i personaggi che si muovevano nella sua orbita: una pittoresca
sensitiva, un violinista visionario che sente le voci degli angeli, un artista
di strada che colleziona amanti; oltre a un ex fidanzato dal passato oscuro...
Un puzzle intricato e sconvolgente, strutturato per condurre il lettore fino
alla fine del romanzo con il fiato in gola. "Vide il cadavere, quello di
una giovane donna, semisdraiata contro il muro; la posizione suggeriva che
avesse inciampato all’indietro mentre veniva aggredita e fosse poi scivolata
lungo la parete. Sopra il corpo c’era un disegno, un occhio dentro un triangolo
con la scritta «Dio è wireless». Il pavimento di pietra era disseminato di
pacchetti di patatine vuoti, involucri di barrette di cioccolato, panini e
lattine vuote di Coca-Cola. C’era anche una rivista pornografica, più recente
del resto di quella spazzatura, perché sembrava pulita e non era spiegazzata.
Era aperta sull’inimagine del pube di una donna dalle labbra rosse che
indossava stivali di cuoio, un cappello a cilindro, e nient’altro. Che posto
ignobile per morire, pensò...". 2012 Un castello di inganni (Believing
the Lie) 2013 Just One Evil Act t (Pubblicazione
prevista per il mese di ottobre 2013) |
Le illustrazioni delle favole
Posted on August 19, 2013 at 9:38 AM |
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Avete mai riflettuto sull’importanza delle immagini che
illustrano una favola? All’influenza dell’approccio visivo e ai sentimenti che
può scatenare nella fantasia e nell’inconscio di un bambino? Ho preso in considerazione alcuni disegni che raffigurano l’incontro
tra Cappuccetto rossi e il lupo e ho cercato di analizzarle senza badare al
segno grafico e al mio gusto artistico. 1)
Cappuccetto
ed il lupo si squadrano con leggera curiosità, non trapelano altri sentimenti,
la scena è chiara, il bosco rado ed illuminato, non c’è tensione. 2)
Qui la bambina è intimidita, il lupo fa intravvedere
i canini e ha la lingua fuori. Anche lo sguardo dell’animale non è amichevole,
inoltre la bestia sbuca da un fondo nero e la postura del corpo sembra voler
avvolgere l’ingenua, paffuta Cappuccetto. Brividini. 3)
Lupo filone, ghigno furbastro, occhietto che
dice: “ Adesso t’arrangio io cocchetta bella” e scodinzolio di bianca, angelica
coda. Cappuccetto è allegra, sembra stia parlando con il lupo ma, i suoi occhi
sono voltati dalla parte opposta, verso la coda del lupo o verso il gufetto?
Gufo saggio che la sta mettendo in
guardia? 4)
Cappuccetto non è una bambinella, è una graziosa
ragazzina che pare tranquilla alla vista di un lupo con atteggiamento da
pecorella: schiena arcuata, passo strisciante, coda bassa. Ma, la giovanetta si
stringe il soprabito rosso, quasi a difendersi e si para la schiena contro l’unico
albero. 5)
Ma questi due sono amici: una graziosa bambina
che gioca col suo cagnolino : “Vai prendi il legnetto?” Sinceramente è l’immagine
che preferisco, non mi sono mai piaciute le favole cruente, quelle che incutono
terrore e non ho mai amato i cacciatori e i lupi che mangiano le nonne. |
Ancora modi di dire
Posted on August 7, 2013 at 4:49 PM |
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Non avere grilli per la testa: L'espressione popolare <non avere grilli per
la testa> vuol dire avere maturità ed equilibrio rifiutando eccentricità, fantasie, idee strane e bizzarre, desideri stravaganti o capricciosi.
L'origine del motto rientra nell'immaginario popolare. Il grillo è, per le
sue caratteristiche peculiari, protagonista in positivo o in negativo in
tutte le antiche culture regionali
e italiane. In questo caso ciò che colpisce è la capacità di fare salti anche da diversi metri. Di quì la metafora di
qualcosa di incontrollabile che balza fuori all'improvviso dalla testa di
qualcuno. Fare la cresta Truccare
i conti, in specie quelli della spesa, per intascare un piccolo profitto
illecito, dato dalla differenza tra la somma che si fa figurare e quella
effettivamente pagata. L’espressione deriva da "fare l'agresto",
ossia un vinello agro, con i chicchi d’uva acerbi o non ben maturi, che
vengono staccati dai grappoli durante la vendemmia. Nel compiere questo lavoro,
c’era sempre il contadino a giornata che, insieme con i chicchi non giunti a
maturazione, ne spiccava anche di buoni, per rendere meno acidulo il suo
"agresto" Avere
un diavolo per capello. Essere particolarmente nervosi, arrabbiati. molto irritati, di malumore, o addirittura furibondi; come se si avesse in testa una serie di Diavoli che tirano i capelli. Essere una Madonnina infilzata Donna che nasconde la sua scarsa virtù
o bontà dietro un'apparenza pia, devota; oppure dolce, innocente, remissiva,
e comunque molto per bene. Quasi sempre ironico. Allude alla Madonna dei Sette Dolori,
che l'iconografia presenta con il cuore trafitto da sette spade. |
DACIA MARAINI
Posted on July 29, 2013 at 8:38 AM |
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Dacia
Maraini nasce a Fiesole il 13 novembre 1936 figlia dello scrittore e
antropologo Fosco Maraini e della la
pittrice Topazia Alliata. Oltre che scrittrice di fama, la Maraini è stata per
lungo tempo al centro delle cronache anche per la sua lunga relazione con
Alberto Moravia, con cui visse dal 1962 al 1983, accompagnandolo nei suoi
viaggi intorno al mondo. Desideroso
di lasciare l'Italia fascista, Fosco Maraini chiese di essere trasferito in
Giappone, dove visse con la sua famiglia, tra il 1938 e il 1947, studiandogli
Hainu, una popolazione in via di estinzione che viveva nell'Hokkaido. Dal 1943
al 1946, la famiglia Maraini, insieme con altri italiani, fu internata in un
campo di concentramento, per essersi rifiutata di riconoscere ufficialmente il
governo militare giapponese. Questo governo, infatti, nel '43 aveva fatto un
patto di alleanza con l'Italia e la Germania e chiese ai coniugi Maraini di
firmare l'adesione alla repubblica di Salò, cosa che appunto non fecero.
Nella sua collezione di poesie "Mangiami pure", del 1978, la
scrittrice racconta proprio delle atroci privazioni e sofferenze, provate in
quegli anni, fortunatamente interrotti dall'arrivo degli americani. Dopo
questa difficile infanzia, la scrittrice si trasferisce prima a Bagheria, in
Sicilia, e poi a Roma proseguendo gli studi ed arrangiandosi con lavori
diversi: fonda insieme ad altri giovani una rivista letteraria, "Tempo di
letteratura", edita da Pironti a Napoli, e comincia a collaborare con
riviste quali "Nuovi Argomenti" e il "Mondo". Nel corso
degli anni Sessanta, esordisce con il romanzo "La vacanza" (1962), ma
comincia anche ad occuparsi di teatro fondando, insieme ad altri scrittori, il
Teatro del Porcospino, in cui si rappresentano solo novità italiane, da Parise
a Gadda da Tornabuoni a Moravia. Lei stessa, dalla seconda metà degli
anni Sessanta scriverà molti testi teatrali, tra i quali: "Maria
Stuarda" (di largo successo internazionale), "Dialogo di una
prostituta con un suo cliente ", "Stravaganza", fino ai
recenti "Veronica, meretrice e scrittora" e "Camille". In
quel travagliato 1962, fra l'altro, Moravia lascia la moglie e
scrittrice Elsa Morante per lei. Nel
1973 fonda il "Teatro della Maddalena", gestito da sole donne e dove
cinque anni dopo si mette in scena "Dialogo di una prostituta con un suo
cliente " (tradotto in inglese e francese e rappresentato in dodici paesi
diversi). Il teatro, infatti, è sempre stato per Dacia Maraini anche un luogo
per informare il pubblico riguardo a specifici problemi sociali e politici. Tra
i romanzi, a partire da quegli anni "L'età del malessere",
"Memorie di una ladra", "Donna in guerra",
"Isolina" (Premio Fregene 1985, ripubblicato nel 1992; tradotto in
cinque paesi), "La lunga vita di Marianna Ucrìa" (1990, Premi:
Campiello 1990; Libro dell'anno 1990; tradotto in diciotto paesi), da cui è
stato tratto l'omonimo film di Roberto Faenza "Marianna Ucrìa". Un
altro titolo degli anni '90 è l'importante "Voci" (1994, Premi: Vitaliano
Brancati la Narrativa Flaiano 1997; tradotto in tre paesi). Per la poesia, invece, la prima raccolta
di versi, "Crudeltà all'aria aperta", è del 1966. Seguiranno:
"Donne mie", "Mangiami pure", "Dimenticato di
dimenticare", "Viaggiando con passo di volpe" (Premi:
Mediterraneo 1992 e Città di Penne 1992), "Se amando troppo". Romanzi La vacanza, Milano, Lerici, 1962. L’età del malessere, Torino, Einaudi, 1963. A memoria, Milano, Bompiani, 1967. Memorie di una ladra, Milano, Bompiani, 1972. Donna in guerra, Torino, Einaudi, 1975. Isolina. La donna tagliata a pezzi, Milano, A.
Mondadori, 1980. ISOLINA In questo bellissimo romanzo Dacia Maraini racconta la
vera storia di Isolina, una ragazza come tante altre nella Verona a cavallo fra
l'Ottocento e il Novecento, dove i militari potevano trovare facilmente
divertimenti e belle donne. Quando resta incinta, il suo amante, anch'egli un
ufficiale dell'esercito, la costringe ad abortire e Isolina muore in modo
raccapricciante fra urla strazianti sul tavolo di un'osteria. Ma per salvare
l'onore dell'esercito tutto viene nascosto, come se Isolina non fosse mai
esistita Lettere a Marina, Milano, Bompiani, 1981. Il treno per Helsinki, Torino,
Einaudi, 1984. La
lnga vita di Marianna Ucria, Milano, Rizzoli, 1990. Bagheria, Milano, Rizzoli, 1993. Voci, Milano, Rizzoli, 1994. Dolce per sé, Milano, Rizzoli, 1997. La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre, Milano,
Rizzoli, 2001. Colomba, Milano, Rizzoli, 2004. Il gioco dellìuniverso. Dialoghi immaginari tra un
padre e una figlia, con Fosco Mariani, Milano, A. Mondadori, 2007. Il treno dell’ultima notte, Milano,
Rizzoli, 2008. Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli, si arrampica sui ciliegi e si lancia in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l’inseparabile amica d’infanzia, attraversa l’Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Visita sgomenta i resti del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta, e trema quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell’abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso. La grande festa, Milano, Rizzoli, 2011. “La Grande festa” È un linguaggio profondo e complesso quello con cui ci parlano
coloro che abbiamo amato e non sono più con noi, ineffabile come il paese che
abitano. I sogni e i ricordi sono il solo passaggio per questo luogo in cui le
epoche della vita si confondono, “un’isola sospesa sulle acque, dai contorni
sfumati e frastagliati”. Così, attraverso il filtro essenziale della memoria e
del sogno, Dacia Maraini ci racconta in questo libro intenso e intimo come
Bagheria coloro che ha amato, che l’hanno amata e che vivono ora solo
attraverso i ricordi: “nel giardino dei pensieri lontani” rievoca e incontra la
sorella Yuki, il padre Fosco, Alberto Moravia, Giuseppe Moretti – l’ultimo
compagno scomparso prematuramente per una malattia crudele – l’amico carissimo
Pasolini e un’inedita e fragile Maria Callas. Perché il racconto ha il potere
di accogliere e abbracciare come in una grande festa le persone amate,
restituendo al momento della fine, che oggi sempre più si tende a negare, a
nascondere, quel sentimento estremo di bellezza e consolazione che gli è
proprio. Dacia Maraini ci regala una storia sincera e struggente, un ritratto
memorabile di sé che mescola affetti privati e pubblici, felicità e dolore. Un
libro capace di emozioni rare, forte di una vita vissuta fino in fondo e del
coraggio della narrazione della maggiore scrittrice italiana. L’amore rubato, coll. Scala
italiani, Rizzoli, 2012, L’amore rubato” In queste storie affilate e perfette, dure e capaci di emozionare
e indignare, Dacia Maraini racconta di un mondo diviso fra coloro che vedono
nell’altro una persona da rispettare e coloro che lo considerano un oggetto da
possedere e schiavizzare. Sono tutte qui le donne raccontate da Dacia Maraini, in questo piccolo libro importante. Sono qui a mostrarci qualcosa di intimo, qualcosa di necessario e doloroso. Le donne di Dacia sono forti, hanno lottato, a volte hanno perso ma non si sono mai arrese. Le protagoniste de L’amore rubato combattono una battaglia antica e sempre attuale, contro gli uomini amati che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, il desiderio. Davanti a queste donne, mariti, amanti, compagni si rivelano ragazzini che stentano a crescere e confondono la passione con il possesso e, per questo, l’amore lo rubano: alle bambine che non sanno, alle donne che si donano troppo. Come Marina, che si ostina a cadere dalle scale, come Ale, che sceglie con sofferta determinazione di non far nascere il frutto di una violenza o ancora come Angela, che si addossa, aderendo alle parole della Chiesa, le colpe che una antica misoginia attribuisce alla prima disobbedienza femminile. In tutte queste storie affilate e perfette, dure e capaci di emozionare e indignare, Dacia Maraini racconta di un mondo diviso fra coloro che vedono nell’altro una persona da rispettare e coloro che, con antica testardaggine, considerano l’altro un oggetto da possedere e schiavizzare. Racconti Mio marito, Milano, Bompiani, 1968. L'uomo tatuato, Napoli, A. Guida, 1990. La ragazza con la treccia, Roma,
Viviani, 1994. Mulino, Orlov e Il gatto che si crede pantera, Viterbo,
Stampa alternativa, 1994. Buio, Milano, Rizzoli, 1999. BUIO Buio è lo sguardo della vittima. Buio è lo sguardo del
carnefice. Buio è il cielo di chi non vede o finge di non vedere le
tragedie che quotidianamente spuntano tra le mura domestiche e le vie delle
città.La Maraini, una penna di straordinaria sensibilità femminile, porta alla
luce storie di abusi, di violenza, di perversione, di degrado. Racconti
brevi e asciutti, i cui personaggi, o meglio le vittime, sono colti nella loro
ingenuità, nella loro capacità di rimanere puri anche di fronte
all’abominio. Bambine e bambini, donne, omosessuali, sono le vittime di un
mondo nefasto in cui le sopraffazioni sono all’ordine del giorno. Un sonno senza sogni; Gita in bicicletta a Mongerbino, Bagheria,
Drago, 2006. Ragazze di Palermo, Milano, Corriere della Sera,
2007. La ragazza di via Maqueda, Milano,
Rizzoli, 2009. La seduzione dell'altrove, Rizzoli,
2010. Racconti per bambini [ Storie di cani per una bambina, 1996 La pecora Dolly, 2001 Liguori può...tu non può, 2001 La notte dei giocattoli,disegnato da
Daniele Gud Bonomo Poesie Botta e risposta poetica... o quasi, con Nicolò
Maraini, Roma, Tip. editrice dell'Orso, 1960. Crudeltà all'aria aperta, Milano,
Feltrinelli, 1966. Donne mie, Torino, Einaudi, 1974. Mangiami pure, Torino, Einaudi, 1978. Dimenticato di dimenticare, 1984 Viaggiando con passo di volpe, 1991 Se amando troppo, 1998 Teatro Il ricatto a teatro e altre commedie, Torino,
Einaudi, 1970. Viva l'Italia, Torino, Einaudi, 1973. La donna perfetta, Venezia, La Biennale, 1974. La donna perfetta seguito da Il cuore di una vergine, Torino,
Einaudi, 1975. Don Juan, Torino, Einaudi, 1976. Dialogo di una prostituta con un suo cliente. Con un
dibattito sulla decisione di fare il testo e la preparazione dello spettacolo, Padova,
Mastrogiacomo-Images 70, 1978. Sceneggiature Cuore di mamma, Milano, Forum, 1969. Saggi Fare teatro. Materiali, testi, interviste, Milano,
Bompiani, 1974. La bionda, la bruna e l'asino, 1987 Cercando Emma, 1993 Un clandestino a bordo, 1996 I giorni di Antigone - Quaderno di cinque anni, 2006 Sulla mafia. Piccole riflessioni personali, Roma,
Perrone, 2009. |
Robert Louis Stevenson
Posted on July 3, 2013 at 4:56 PM |
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Robert Louis Stevenson Nato a Edimburgo, Scozia, il 13 novembre
1850, dopo una giovinezza ribelle e in polemica con il padre e con il
puritanesimo borghese del suo ambiente, studia Legge, diviene avvocato ma non
eserciterà mai la professione. Nel 1874 i sintomi della malattia polmonare
che lo aveva colpito durante l'infanzia si fanno più gravi; inizia una serie di
soggiorni curativi in Francia. Qui Stevenson conosce Fanny Osbourne, americana,
di dieci anni più grande di lui, divorziata e madre di due figli. La nascita
della relazione con Fanny coincide con l'inizio dell'impegno a tempo pieno come
scrittore. Non passa molto tempo e Stevenson ha l'opportunità di pubblicare i
suoi primi racconti. Oltre ai vari racconti inizia a scrivere
anche saggi e poesie per vari periodici. Pubblica libri di vario genere, tra
cui "Un viaggio nell'entroterra" (An inland voyage, 1878) e
"Viaggio con asino nelle "Cevenne (Travel with a donkey in the
Cevennes, 1879), la raccolta di articoli filosofici e letterari "A ragazze
e ragazzi" (Virginibus puerisque, 1881), e la raccolta di racconti
"Le nuove notti arabe" (The new arabian nights, 1882). Nel 1879 raggiunge Fanny in California,
dove era tornata per ottenere il divorzio. I due si sposano e tornano insieme
ad Edimburgo. La notorietà giunge in modo inaspettato
con "L'isola del tesoro" (Treasure island, 1883), ancora oggi il suo
libro più popolare: in un certo senso Stevenson con il suo romanzo ha dato vita
ad un vero e proprio rinnovo della tradizione del romanzo d'avventura. Stevenson è considerato uno dei maggiori
esponenti di quel complesso movimento letterario che reagì al naturalismo e al
positivismo. L'originalità della sua narrativa è data dall'equilibrio tra
fantasia e stile chiaro, preciso, nervoso. Nel 1886 viene pubblicato "Lo
strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" (The strange case of Dr
Jekyll and Mr Hyde). Anche questo titolo contribuisce - e non poco - a
imprimere il nome di Robert Louis Stevenson nella storia della grande narrativa
mondiale del XVIII secolo. Nello stesso anno Stevenson pubblica
"Il ragazzo rapito" (Kid napped), a cui l'autore darà un seguito nel
1893 con "Catriona" (1893). Del 1888 è "La freccia nera"
(The black arrow). Ne "Il signore di Ballantrae" (The master of
Ballantrae, 1889) Raggiunge un discreto benessere
economico, tuttavia la salute cagionevole e l'attrazione per l'avventura lo
spingono a lasciare definitivamente l'Europa alla ricerca di un clima più mite.
Nel 1888 dopo una breve sosta a New York, riparte per l'Ovest e poi, insieme
alla famiglia, alla volta del Pacifico meridionale. Si stabilisce nelle isole
Samoa a partire dal 1891. Qui trascorrerà una vita tranquilla, lavorando fino
al giorno della sua morte, circondato dall'amore e dal rispetto degli indigeni
che in più occasioni avrà modo di difendere dalle prepotenze dei bianchi. Robert Louis Stevenson muore a Upolu,
nelle isole Samoa, il 3 dicembre 1894. Romanzi - Una vecchia canzone- 1877 – L’isola del tesoro -1883 – Il trafugatore di salme-
1884 – Il principe Otto- 1885 – Lo strano caso del dr. Jekyll e mr.
Hyde-1886 - Il ragazzo rapito -1886 – Il signore di Ballantrae.- 1888 -
La cassa sbagliata -1889 – Il relitto, scritto
con Lloyd Osbourne - 1892 – Catriona -1893 – Il riflusso della marea,
scritto con Lloyd Osbourne - 1894 – Weir di Hermiston - 1896 – Si. Ives, finito da Arthur
Quiller-Couch - 1897 Ricordo di Fleeming Jekin Antologie di racconti Le nuove Mille e una
notte Il diamante del Rajah Il padiglione sulle dune Un tetto per la notte La porta del sire di
Malétroit La provvidenza e una
chitarra Il dinamitardo, scritto con Fanny
Osbourne Gli allegri compari e
altri racconti Will del mulino Markheim Janet la sbilenca Olalla Il diavoletto nella bottiglia Il tesoro di Franchard Gli intrattenimenti
delle notti sull'isola La spiaggia di Falesà L’isola delle voci E inoltre decine di opere teatrali,
poesie, saggi e centinaia di scritti di
vario genere. |
Lettere manoscritte
Posted on June 13, 2013 at 8:40 AM |
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Leonardo da Vinci (Vinci
15 aprile 1452 . Amboise 2 maggio 1519 ) I massimi esperti di Leonardo pensano
che Leonardo da Vinci, nella sua lunga e movimentata esistenza, abbia prodotto
circa 100.000 documenti scritti. Di questi, oggi, solo 10.000 sono conosciuti
al mondo. Il codice sul volo degli uccelli è una raccolta di disegni e
scritti di Leonardo da Vinci, comprendente 18 fogli della misura di 21 x 15 cm,
ed è attualmente conservato alla Biblioteca Reale di Torino; gli è stato
attribuito il 1505 come anno di redazione. Il
nome del codice è dovuto all'argomento dei testi e dei disegni. In particolare
inizia ad analizzare il volo e la struttura degli uccelli per poi passare al
disegno di macchine volanti. È leggenda l'episodio di un suo tentativo fallito
dalla collina di Fiesole. Richard Wagner, nato
a Lipsia il 22 maggio1813 e
morto a Venezia il 13 febbraio 1883, è stato un famoso
compositore, librettista, direttore d’orchestra e saggista tedesco. In questa lettera inviata al barone Ferdinand von Biedenfeld,
Wagner delinea la sua teoria di interdipendenza delle arti (quella divenuta
famosa col nome di Gesamtkunstwerk e
sviluppata magistralmente nelle opere seguenti della sua maturità artistica) e
della superiorità del dramma musicale. Giacomo Casanova (Venezia
2 aprole 1725 – Duchcov 4 giugno 1798 ) è stato un avventuriero, scrittore, poeta, alchimista, diplomatico,
filosofo e agente segreto italiano, cittadino della Repubblica di Venezia. Di lui resta una produzione letteraria molto
vasta ma viene principalmente ricordato come avventuriero e come colui che fece
del proprio nome il sinonimo di
seduttore. A questa fama contribuì verosimilmente la sua opera più importante: Histoire
de ma vie (Storia della mia
vita), in cui l'autore descrive, con la massima
franchezza, le sue avventure, i suoi viaggi e i suoi innumerevoli incontri
galanti. Parti di lettere inviate da
Casanova a due delle sue 121 donne Albert Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955) è stato un fisico e filosofo della scienza tedesco naturalizzatostatunitense. La sua grandezza consiste nell'aver mutato
per sempre il modello d’interpretazione del mondo fisico. Nel 1905, ricordato come
"annus mirabilis", pubblicò tre articoli a contenuto fortemente
innovativo, riguardanti tre aree differenti della fisica: ·
dimostrò la validità della teoria dei quanti di Planck nell'ambito della spiegazione dell'effetto
fotoelettrico dei metalli; ·
fornì una valutazione quantitativa del moto browniano e l'ipotesi di aleatorietà dello
stesso; ·
espose la teoria della relatività ristretta , che precede di circa un
decennio quella della relatività generale. Questa era la sua calligrafia. Napoleone Bonaparte scriveva volentieri,
questo è un suo ritratto dettato da lui: "In pochissime parole, questa
è la mia storia... Invano, gli
storici inglesi taglieranno, sopprimeranno, mutileranno, sarà
per loro molto difficile farmi scomparire
totalmente. E uno storico francese dovrà pure occuparsi dell'Impero! Dovrà pure, se avrà un po' di coraggio, restituirmi qualcosa, darmi la mia parte! Il suo compito sarà facile, poichè i fatti parlano, poichè i fatti brillano come il sole. Io richiusi l'abisso anarchico, e districai il caos: ripulii la Rivoluzione nobilitai i popoli e consolidai i re. Eccitai tutte le emulazioni, premiai tutti i meriti, ed allargai i limiti della gloria. Tutto questo, è pure qualcosa! E poi, per quali fatti mi si potrebbe accusare, senza che uno storico potesse difendermi? Forse per le mie intenzioni? Ma non mancano ragioni per assolvermi. Forse per il mio dispotismo? Ma si potrà sempre dimostrare che la dittatura era assolutamente necessaria. Si dirà che ridussi la libertà? Ma uno storico potrà dimostrare che la licenza, l'anarchia, i grandi disordini erano ancora alle porte. Sarò accusato di aver troppo amato la guerra? Ma lo storico spiegherà ch'essa fu soltanto opera fortuita delle circostanze, e che furono i nostri nemici che ad essa condussero gradatamente. Mi si rimprovererà, infine, la mia ambizione? Ah, certo, lo storico me ne troverà molta; ma della più grande e della più alta che, forse, sia mai esistita: quella di stabilire, di consacrare finalmente l'impero della ragione, ed il completo esercizio, l'intero godimento delle facoltà umana. E qui lo storico si troverà forse ridotto a dover rimpiangere che una simile ambizione non sia stata compiuta, soddisfatta!... In pochissime parole.... questa è la mia storia!" "Tutti nascono anonimi come me, in una anonima Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo 1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina si manifesta sull'uomo....." Testamento di
Napoleone |
MODI DI DIRE (3)
Posted on June 7, 2013 at 5:23 PM |
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Hai proprio una faccia di bronzo Si dice
di persona sfrontata, spudorata, sfacciata, capace di azioni riprovevoli senza
rimorsi, che non vergognandosi di nulla non arrossisce mai, proprio come se
fosse di metallo. Fare come i ladri di
Pisa Essere
inseparabili nonostante le liti e i diverbi continui. La
tradizione toscana vuole che i ladri di Pisa andassero a rubare insieme durante
la notte e poi litigassero fra loro tutto il giorno per dividere il bottino. Avere gli occhi
foderati di prosciutto Non vedere le cose più evidenti, e in senso
lato, anche essere poco perspicaci. Si dice
anche: avere le fette di prosciutto sugli occhi; avere le fette di salame
sugli occhi. Vendere l'uccello
sulla frasca Far
progetti basati su un evento che non si è ancora verificato. Riferito in
particolare a futuri ma ancora ipotetici guadagni, come se si vendesse un
uccello ancora prima di averlo catturato. Darsi la zappa sui
piedi Farsi
del male, procurarsi un danno, detto in particolare di chi agisce
avventatamente o spinto dall'ira. Usato soprattutto a proposito di finisce per nuocere
a se stesso pensando di danneggiare qualcun altro. In
latino si trovano locuzioni simili, come “darsi la scure sui piedi”, darsi la
scure in una gamba“, e” darsi alle gambe da sé". |
La scrittura CINESE
Posted on June 5, 2013 at 4:27 PM |
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La scrittura
cinese (sintetica panoramica) La più antica scrittura, tra quelle ancora in
uso, forse è quella cinese. Non è possibile sapere con precisione quando sia
nata perché le ricerche e gli scavi archeologici non sono stati così frequenti
e costanti come in occidente o in altre parti del mondo. Originariamente pittografica, si è man mano evoluta verso forme
più stilizzate, ed oggi i suoi caratteri , detti hànzì, non hanno più
un aspetto riconducibile a ciò che un tempo rappresentavano ovvero oggetti, idee o
addirittura indicazioni sulla pronuncia.
Tradizionalmente il cinese si scrive in colonne verticali, dall’alto in basso e
da destra a sinistra. La diffusione e la pratica della scrittura ha fatto sì
che il circa migliaio degli iniziali caratteri si moltiplicasse rapidamente
fino a raggiungere la ragguardevole cifra di quasi 50.000; attualmente una persona di media cultura deve
conoscerne circa 3000-4000. Dato che i
caratteri hanno forma quadrata e dimensioni identiche, normalmente gli scolari
usano fogli con apposite griglie che li
aiutano a mantenere grandezze e distanze costanti. Lo scritto si è mantenuto più tradizionale del parlato e ciò permette a
coloro che parlano dialetti diversi di capirsi perfettamente scrivendo. I PERIODI della scrittura cinese Neolitica: recentemente sono stati ritrovati dei
reperti di età neolitica (per lo più vasi e ossa di animali) con segni ed
incisioni che potrebbero rappresentare una forma di scrittura primitiva, anche
se gli studiosi non possono affermarlo con certezza; non è infatti possibile
determinare se si tratti di un sistema di scrittura organizzato o semplicemente
di simboli. Oracolare: è quella ritrovata su ossa di animali
e gusci di tartaruga risalenti all’età del bronzo cinese, soprattutto
all’ultimo periodo della dinastia Shāng (1200-1050 a.C.); le domande da
rivolgere erano scritte su ossa di grandi animali,
soprattutto scapole di buoi uccisi come offerte sacrificali, ma anche gusci di
tartaruga (specie il piastrone -la parte sottostante del guscio). Essi venivano
riscaldati mediante l’applicazione di aste bollenti in fori realizzati in
posizioni ben specifiche (per questo la pratica è anche dettapiromanzia);
l’applicazione di calore causava delle crepe che poi indovini interpretavano
come risposte delle divinità. Iscrizioni su bronzo: coincidono col periodo della dinastia
degli Zhou Occidentali (1066–770 a.C.) e della Primavere e degli Autunni
(770–476 a.C.); i caratteri venivano fusi in grande quantità su recipienti di bronzo;
sono molto simili a quella della dinastia Shāng, ma più regolari, con
tratti più sottili e acuti. Dalla fine del periodo delle Primavere e degli
Autunni, la scrittura iniziò a differenziarsi secondo il territorio. Gli Zhou
Occidentali, nell’ultimo periodo, cominciarono a scrivere con uno stile che
sarà alla base dello stile del sigillo; per non confonderli, esso è definito
stile del grande sigillo, mentre quello successivo è chiamato stile del piccolo
sigillo (o, più semplicemente, stile del sigillo). Dinastia Qín: quando la dinastia Qín (221-206 a.C.)
unificò la Cina, impose lo stile del sigillo a
tutto il suo territorio; gli stili locali caddero così in disuso. I
caratteri sigillari, che si evolsero gradualmente già nello stato di Qín
durante l’ultimo periodo degli Zhou Occidentali, hanno una forma leggermente
allungata in senso verticale e presentano linee piuttosto curve e tondeggianti.
Lo stile mantenne questo nome anche dopo la fine della dinastia Qín e continuò
ad essere usato come forma decorativa appunto nei sigilli , ossia nei ‘timbri’
usati per imprimere la propria firma sui documenti scritti. Contemporaneamente
allo stile del sigillo, la dinastia Qín sviluppò una forma di scrittura più
semplificata e popolare, nota come ‘scrittura degli scribi‘,
usata dagli impiegati del governo. A questo periodo, oltre alle iscrizioni su
bronzo, si diffondono testi scritti con
inchiostro su bambù, su strisce di legno e, più raramente, su seta. Dinastia Han (nell'immagine cavalli in ceramica dipinta risalenti alla dinastia Han) (206 a.C-220 d.C): è il periodo di
maggiore diffusione della scrittura, perciò lo stile del sigillo venne relegato
al solo compito datogli dal suo nome mentre, per tutti gli altri usi si preferì
impiegare una scrittura più veloce e sbrigativa. I caratteri furono
semplificati e persero ogni radice pittografica divenendo più spigolosi e
assumendo forma quadrata e i tratti da rotondi si fecero rettii. Questo stile
derivante dalla scrittura popolare della dinastia Qín prese il nome di stile clericale o anche stile cancelleresco.
Durante la dinastia Han si affermò gradualmente anche un corsivo, informale,
usato per stesura di bozze e documenti non ufficiali: dapprima si sviluppò come stile corrente (un semi-corsivo), poi come stile d’erba (un corsivo vero e proprio, con
caratteri che si presentano in forma irregolare, simili a fili d’erba agitati
dal vento). Infine, durante il III secolo d.C., apparve lo stile regolare: presenta dei tratti che ricordano lo
stile corsivo, ma non è una forma corsiva. Fu durante la dinastia Han che si
sviluppò la produzione della carta come
supporto alla scrittura. 4. Stile clericale (a), stile corrente (b), stile d'erba (c), stile
regolare (d) Periodo delle dinastie del Nord e del Sud: a partire dal V
secolo d.C. lo stile regolare si afferma in maniera definitiva e diventa
ufficiale. Periodo della dinastia Tang (618-907 d.C.):
lo stile regolare si perfeziona ulteriormente grazie alla maestria di esperti
calligrafi. Da allora è una forma standard rimasta, sostanzialmente, invariata
fino ai giorni nostri con il nome di cinese tradizionale. La medesima parola in cinese
tradizionale (in nero) e cinese semplificato (in rosso) Modernità: nel corso del ventesimo secolo si decise di attuare una semplificazione
dei caratteri tradizionali allo scopo di rendere più facile e veloce la
scrittura e di incrementare l’alfabetizzazione: per eseguire certi caratteri
tradizionali occorrono infatti anche 40 o più segni. La maggior parte dei
testi della Cina continentale viene, attualmente, stampata con caratteri semplificati, mentre
a Hong Kong, Macao e Taiwan si usa ancora il cinese tradizionale. Nonostante
la versione semplificata sia stata inizialmente criticata perché ritenuta arbitraria
e poco coerente, oggi non c’è alcun obbligo di adottare l’uno o l’altro sistema
di scrittura, poiché sono praticati entrambi.
In tempi recenti si è anche diffusa, per influsso occidentale, l’organizzazione
della scrittura in righe orizzontali, da sinistra a destra. |
ROBERTO DENTI
Posted on May 23, 2013 at 8:52 AM |
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Roberto
Denti è nato nato a Cremona nel 1924 ma,
ha vissuto a Milano dal 1946, dove ha iniziato a lavorare come giornalista a,
Il Sole 23 ORE. E’ stato fraterno amico di Gianni Rodari e nel 1972, insieme a Gianna Vitali, ha
fondato la "Libreria dei
ragazzi", la prima libreria italiana dedicata esclusivamente a bambini e
ragazzi. Ha collaborato con molti giornali quali: La Stampa, L’Unità, Il
Manifasto e con parecchie riviste ma, nonostante abbia pubblicato saggi,
romanzi e racconti anche per adulti, la sua intensa vita di prolifico scrittore
è stata perlopiù dedicata ai giovani anche attraverso iniziative per la
promozione della lettura e per la formazione e aggiornamento di insegnanti e
bibliotecari.. E’ morto martedì, 21 maggio 2013, a Milano,
PREMIO ANDERSEN Il premio Andersen è il
maggior riconoscimento italiano assegnato alle più belle letture per i ragazzi.
Promosso dalla rivista Andersen dal 1982 seleziona le migliori opere
dell’annata editoriale, con un’attenzione particolare alle produzioni più
innovative e originali. Fondato nel 1982 da Gualtiero Schiaffino si propone di
far conoscere al grande pubblico non solo l’opera dei grandi autori, ma anche
le voci nuove e i talenti emergenti, registrando e promuovendo i processi di
rinnovamento del settore. Roberto Denti ha fatto parte della giuria,
preticamente da sempre.
PRINCIPALI
OPERE La parola uomo è una conquista (poesie), Milano, Libreria
editrice Cavour, 1969
Incendio a Cervara, Milano, Il
formichiere, 1974 Vogliamo un tram, Torino, Einaudi,
1976 I bambini leggono, Torino, Einaudi, 1978 Come far leggere i
bambini, Roma, Editori riuniti 1982 Ti piace la tua faccia?, Trieste, Elle, 1983 La luna, i delfini e i
gatti, Trieste, Elle, 1989 Il cerchio dei tre fratelli, Milano,
Mondadori, 1990 Conversazioni con
Marcello Bernardi Il libertario intollerante, Milano, Eleuthera,
1991 Orchi, balli e
incantesimi , Torino, Einaudi, 1993 Athanor, Milano, Mondadori,
1994 La moglie antilope e la
moglie foca, 1996 Chi ha paura di chi?, Milano, Mondadori,
1999 Cento libri per navigare
nel mare della lettura per ragazzi, insieme a Bianca Pitzorno e Donatella
Ziliotto , Milano, Salani, 1999 Lasciamoli leggere. Il
piacere e l'interesse per la lettura nei bambini e nei ragazzi, Torino, Einaudi, 1999 Vera storia del principe
Azzurro, 1999 Tra noi due il silenzio, 2001 Ancora un giorno. Milano
1945, Milano, Mondadori, 2001 Giganti, streghe e
animali magici, Milano, Mondadori, 2005 Cappuccetto Oca, Piemme - Il Battello a
Vapore 2006 L' antilope e la foca, Milano, Mondadori
junior, 2008 Anelli magici e ladri di
fuliggine, Piemme - Il Battello a Vapore, 2009 Il ragazzo è impegnato a
crescere, Milano, Topipittori, 2009 Omaggio a mio figlio, Mondadori junior, 2010 Chi ha ucciso l'Uomo
Bagno, Mondadori junior 2010 Lunga vita agli Avatar, Mondadori junior 2011 Scelti tra i tanti solo perchè ho reperito le copertine. ATHANOR Un adolescente
intraprende un lunghissimo cammino alla ricerca del padre alchimista, rapito da
chi vuole strappargli un segreto conquistato dopo anni di ricerche. Attraverso
luoghi e incontri Athanor scoprirà la barbarie e lo splendore dell'Europa
medievale.
Giganti, streghe e
animali magici Le fiabe celtiche sono un patrimonio di antica tradizione nel quale
affondano le radici della più remota cultura europea. Quil'autore
ha cercato di rendere accessibili ai giovani lettori quel mondo incantato,
meraviglioso e pur realistico, attraverso un unico personaggio protagonista di
cinque episodi emozionanti e avventurosi.
Cappuccetto oca La nonna di Cappuccetto Rosso è molto arrabbiata. Da quando è diventata
famosa con la storia del lupo, la sua nipotina si è montata la testa e si
comporta come un'oca... Bisogna c orrere ai ripari! Così, dopo qualch I Bambini leggono Queste pagine raccontano una parte della storia
culturale italiana da un punto di vista inconsueto: quello dei bambini, dei
libri, della scuola e degli insegnanti, dei genitori. In forma di diario, il
libro è scritto da quella straordinaria "finestra sul mondo" che è la
Libreria dei Ragazzi, aperta nel 1972 da Gianna e Roberto Denti. La libreria,
prima in Italia nel suo genere, diviene molto presto punto di riferimento non
soltanto di genitori e insegnanti, ma anche di autori e illustratori,
bibliotecari e altre librerie che aprono nel frattempo. E un luogo di incontro
e di scambio di idee. Roberto Denti, instancabile, compie opera di allargamento
di orizzonti e di innovazione, difende i buoni libri contro l'omologazione, e
sta dalla parte dei bambini. Intanto riflette e scrive. Le sue esperienze e i
suoi pensieri sono raccolti nel libro "I bambini leggono" pubblicato
da Einaudi nel 1978. A quattro decenni dall'apertura della libreria
ripubblichiamo quel libro con aggiornamenti scritti negli ultimi anni, una
nuova introduzione e una bibliografia sui titoli che hanno segnato la storia di
questi quarant'anni. Sono pagine ancora attuali, utili e necessarie. Una
testimonianza viva e appassionante per chiunque abbia a cuore i bambini, i
libri e quella magica esperienza che é la lettura. |
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